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Giovedì 21 Maggio 2020 08:06 |
Il teatro vive nei Pandemic Tales dell’Accademia Stap Brancaccio
Riceviamo dalla direzione del Teatro Brancaccio di Roma e pubblichiamo
La Stap Brancaccio non è soltanto un’Accademia di recitazione triennale. È una comunità e in quanto tale eraun diritto/dovere non disperdere ciò che si sta producendo in questo periodo, non spezzare la sottile linea rossa dei significati perseguiti, non abbandonare gli ideali di libertà, rigore, profondità e leggerezza che è l’unico credo laico dell’Accademia.
Grazie alla visione della direzione artistica e all’apporto appassionato di tutti i docenti, l’idea di formazionesi è piegata ed espansa acquisendo le coordinate di un nuovostrumento formativo come lo streaming in rete, constatandone le peculiarità e adattandosi a esso, non cercando di distorcerlo ma utilizzando le sue potenzialità, fino a quel momento, sconosciute. E gli Allievi hanno reagito, che è quello che gli artisti fanno, sicuramente agevolati dalla vocazione registica, drammaturgica, oltre cherecitativa, dell’Accademia.
PandemicTales è il festival delle ibridizzazioni che abbiamo prodotto in tre mesi e mezzo di lavoro, un lavoro che abbiamo condotto in modo da essere contagiati, è il caso di dirlo, dal presente. Non ci saremmo riusciti senza quattro ingredienti fondamentali: la dedizione di artisti docenti come Alberto Bellandi, Annalisa Canfora, Marco Cavalcoli, RozennCorbel, Marco D’Amelio, Katia Ippaso, Virginia Franchi, Valerio Malorni, Daniele Prato, Francesco Sala, Dino Scuderi, la direzione artistica di Lorenzo Gioielli, la direzione organizzativa di Rossella Marchi e le Allieve e gli Allievi, il vero e unico bene di ogni Accademia. |